Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
GLI ARTISTI DI ARTE BRESCIANA  
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Bruno Scaglia

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Bruno Scaglia ha dipinto per circa mezzo secolo ed ha esposto in 40 mostre (14 personali e 26 collettive); nel 1999 gli è stata dedicata - presso Villa Glisenti, a Villa Carcina (Brescia) - la prima postuma. La seconda postuma ha avuto luogo a Pontevico (Brescia) - nel Palazzo della ex Biblioteca Comunale - dal 19 Marzo al 10 Aprile 2005.

Nel sito internet sono consultabili oltre 200 opere.






“Alla Galleria Alberti Bruno Scaglia, bresciano, è per i bresciani un’autentica rivelazione. Se c’è una poetica dell’astratto-concreto queste di Scaglia sono opere che la esemplificano con una forza e una spontaneità non certo comuni.
[…] Ciò che colpisce, soprattutto, nell’arte di Scaglia, è il senso insolitamente naturale e istintivo del suo astrattismo. Tanto più raro quando si pensi all’impressione di sforzo, di costruito e di cerebrale che si riceve spesso dalle opere di questa tendenza essenzialmente elaborata e riflessa. L’immagine naturalistica appare in lui filtrata come attraverso un prisma, capace di afferrarne le sfaccettature più sottili e la mirabile ricchezza di inflessioni cromatiche. [...]"

Elvira Cassa Salvi - Giornale di Brescia - 1958



“Nella personale dell’ormai lontano ’58 alla «Galleria Alberti» Scaglia appariva sull’orizzonte bresciano come rivelazione.
Nessun altro ha saputo portare tra di noi una così sincera, intensa e personale interpretazione di quella poetica dell’astratto-concreto, legata all’Ecole de Paris, che rappresentava ancora in quegli anni, in provincia, soprattutto, la punta dell’avanguardia. Nella sfaccettatura raffinata e preziosa dei suoi quadri, sgranati come cascate di cristalli variopinti, non solo non appariva sforzo o artificio, ma si avvertiva anzi lo sgorgare di una vena schietta. […]
I paesaggi piccoli del ’50 […] sono rivelazioni importanti del suo modo di avvicinarsi al mondo e alla natura. Scaglia è già al di là, in fondo, dell’impressionismo e del postimpressionismo. […]
Ha la freschezza, la poesia gentile e ingenua, il tenero incanto della prime passioni. [...]"


Elvira Cassa Salvi - Giornale di Brescia - 30 Marzo 1971



“ […] le opere di Bruno Scaglia […] appartengono ad anni ormai lontani, quelli della sua stagione aurea, in cui egli ha dispiegato le doti migliori. Sono opere che, malgrado il passar del tempo e delle mode, non perdono nulla della loro intensità espressiva. Del colorismo di ispirazione naturalistica di Scaglia - angoli di bosco, di mare, di pascolo; riflessi di sole al tramonto, tra gli alberi o in uno stagno, ecc. - abbiamo scritto più d’una volta senza risparmio di apprezzamento e di lodi. I riferimenti alla poetica dell’astratto-concreto [...] sono assimilati e filtrati con un senso immediato e personale della figurazione naturalistica.”

Elvira Cassa Salvi - Giornale di Brescia - 15 Febbraio 1974



“ […] Da sempre l’itinerario emozionale dell’artista pontevichese è strettamente connesso alle scansioni ritmiche del paesaggio, cogliendo sfumature che rendono la pittura natura essa stessa, arricchimento di un processo rigenerativo dell’uomo. Spatolate vigorose non si limitano ad intessere una poderosa impalcatura filmica e coloristica, ma trasmettono turbamenti interiori, vittorie e sconfitte dell’individuo, che conducono alla scoperta di uno spazio incontaminato all’interno dello scenario paesaggistico. Scaglia ricerca la natura, la sente propria nei colori vitali di un mondo a lui familiare fin dall’infanzia, la sente compagna-nemica, sempre presente: egli si immerge nella natura, la accosta fisicamente traendone ispirazione, portandosi in una dimensione gravida di forza incontenibile. In molte opere si individua un nucleo focale, sorgente dalla quale scaturisce per frammentazioni successive la natura, articolata in un vortice di visioni complesse che la allontanano da stereotipi meramente descrittivi. Distruzioni e rinascite, vita e morte, malinconia assoluta si alterna ad esuberante gioia di vivere: dipingere significa per Bruno Scaglia esprimere le proprie sensazioni approfondendo e rivisitando l’interiorità di esperienze vissute con avidità poetica. Non si tratta di pittura figurativa, di lettura immediata dell’immagine, l’osservatore deve essere partecipe del sentire dell’artista, andando oltre l’irruenza di un colore intenso. Il colore è sorretto da una tecnica raffinata, ancorata a precise concezioni stilistiche, che mai si limita ad un puro manierismo formale. Bruno Scaglia riesce nella propria produzione artistica a dare corpo ad una visione quasi spiritualistica della natura, alla ricerca di una materia incorruttibile, a prescindere dagli errori umani.”

Giornale di Brescia - 28 Maggio 1994



  Bruno Scaglia: fotografia
Bruno Scaglia
in una foto del 1972


Bruno Scaglia: dipinto
Notturno a Lerici, 1954

Bruno Scaglia: dipinto
La rocca a San Fermo, 1960

Bruno Scaglia: dipinto
Ricordi di Monterosso, 1976

Bruno Scaglia: dipinto
Paesaggio, 1986

Bruno Scaglia: dipinto
Albero rosso, 1990

Bruno Scaglia: dipinto
Notturno, 1994

Bruno Scaglia: dipinto
Paesaggio invernale, 1994








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