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DisinForma
Fausto Manara

dal 5/3/11 fino al 9/4/11
presso Agnellini Arte Moderna


Comunicato stampa

La galleria Agnellini Arte Moderna di Brescia ospita l’esordio nel mondo dell’arte di Fausto Manara e propone con la mostra DisinFORMA un importante nucleo di fotografie inedite.
Dall’8 marzo sino al 9 aprile 2011, infatti, è possibile ammirare un corpus di circa 30 lavori del rinomato psichiatra e psicoterapeuta, autore di diversi saggi editi da Sperling & Kupfer e grande appassionato di fotografia.

Negli anni questa passione ha portato Fausto Manara a confrontarsi con varie tecniche fotografiche e con la tecnologia. Grazie a loro ha intrapreso una nuova strada artistica che trova il suo sbocco naturale in questa esposizione: un evento fortemente voluto dalla galleria Agnellini che nasce anche da una vera e propria esigenza di comunicazione di Manara.

È sua opinione – sempre in evidenza in tutti gli scritti e lavori psicoterapeutici – che uno dei pericoli per l’uomo moderno sia il tentativo di manipolarne il pensiero ed il giudizio attraverso un’informazione deviante che intraprende la strada tortuosa della persuasione per indurre a credere ed ottenere un assenso. In questo modo l’informazione disinforma – ecco spiegato il particolare titolo della mostra – e minaccia la libertà e la capacità di giudizio dell’uomo.
“Non c’è alcuna vicinanza tra informazione e persuasione” - afferma Manara ad apertura del testo introduttivo al catalogo della mostra. Egli si descrive pressato “dalle delusioni quotidiane di un’informazione che non informa e dalla fatica di cogliere qualche brandello della realtà vera […]. Fatica mai ripagata”. La passione per la fotografia gli viene inaspettatamente incontro.
Lavorando ai suoi scatti con il computer Manara inizia a trasformarli. La conseguenza è che non ne resta quasi più nulla, forse solo qualche colore ed un frammento della forma originale: “l’onestà dello scatto della foto – spiega Manara – si è persa tutta per lasciare il posto ad altre forme, ad altre suggestioni”. È per lui una sorta di folgorazione: le metamorfosi a cui sottopone le sue foto diventano la prova della parzialità della comunicazione moderna che egli ora può mettere in discussione attraverso ogni immagine che realizza. Manara riesce così a comunicare agli altri, in modo semplice ed intuitivo, i suoi timori e le sue verità.

Sono quindi evidenti le diverse chiavi di lettura – sociale, culturale, politica e professionale – nelle quali si comprende l’affacciarsi di Manara al mondo dell’arte.

La curatrice della mostra Dominique Stella commenta: “L’analista attento diventa artista dimostrativo, che espone i segreti del proprio animo in una rappresentazione di un mondo metaforico, mutevole e magmatico, che egli compone secondo forme astratte. La sua sensibilità si lascia andare al gioco della metamorfosi. […] Questa ‘meta-fotografia’ è un viaggio tra sogno e realtà, un trampolino per l’immaginario. Si assiste così a un’evidente modifica del processo creativo che induce a una vera e propria ‘disinformazione’ dell’azione artistica”.
Attraverso la smaterializzazione dei soggetti degli scatti originali Manara dà forma ad un’altra verità. Questa contrapposizione tra la realtà e la sua manipolazione emerge anche nei doppi titoli attribuiti alle opere: il primo si riferisce allo scatto originale, il secondo all’opera realizzata, a sottolineare la verità del reale e la seduzione dell’immaginario.

Segni e colori si combinano nelle opere esposte e lasciano spazio all’immaginazione e all’inconscio: in Sterlitzia Augusta TRAMONTO RISORTO il disco solare fa capolino, ma allo stesso tempo si confonde, nelle forme esotiche del fiore. Orchestrina PIPA lascia intravedere una piccola pipa scura e un pianoforte tra suggestive ondulazioni che vanno dal colore oro al freddo grigio metallo.
È una suggestiva esplosione di giallo l’opera Fiore di Ficus ERUZIONE: della forma del fiore non rimane nulla se non il cuore, che pare diventato incandescente e ricorda i lapilli di un’eruzione vulcanica.

I lavori fotografici di Fausto Manara, trasformati in opere quasi pittoriche dai colori e forme sorprendenti, non nascono per suscitare lo stupore nell’osservatore ma per sfidarlo ad interpretare, a leggere con intelligenza ed esigenza cose ed avvenimenti quotidiani, senza lasciarsi impressionare dalla loro apparenza e poter ritornare ad un’informazione che informa.

Inoltre, tramite l’arte Manara, esperto nell’analisi dell’anima qual è, rivela inaspettatamente anche se stesso e, così, i mondi immaginari da lui creati posso essere ammirati anche come una sorta di autoanalisi ed interrogazione. Il visitatore viene sfidato dall’artista ad un’interpretazione propria di un particolare mondo emozionale.

Fausto Manara parlando di sé, così si esprime: “In ogni lavoro che propongo, se da un lato c’è la metafora della disinformazione, dall’altro ci sono molti scorci del mio lavoro di psichiatra, ma soprattutto tanti spicchi di me stesso.”


Cenni biografici
Fausto Manara è psichiatra, psicoterapeuta e professore universitario alla Facoltà di Medicina di Brescia.
Ha partecipato e partecipa attivamente alla vita di molte associazioni scientifiche attive nel campo della sessuologia e dei disturbi dell’alimentazione.
È presidente della Società Italiana per la Ricerca e Formazione in Sessuologia, vice-presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica ed è past-president della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
Ha tenuto lezioni, conferenze e seminari in molte Università italiane ed estere quali Ginevra, Boston e New York, oltre che in altre iniziative a scopo didattico e formativo.

In tutti i nove saggi divulgativi pubblicati da Sperling e Kupfer sono presenti forti richiami alla necessità per l’uomo di affrancarsi da vincoli, censure e condizionamenti per raggiungere quel “pensiero libero” che è il patrimonio più prezioso per fare della propria vita una personalissima e straordinaria opera d’arte.
E, in tutti gli scritti come in ogni lavoro psicoterapeutico, ha ripetutamente ricordato quanto le innumerevoli strategie di manipolazione del pensiero e del giudizio, a cui siamo esposti, costituiscano una grande minaccia non soltanto alla nostra libertà, ma anche alla nostra salute mentale. È stata proprio questa esigenza, che sta tra il clinico, il culturale e il politico, la porta d’accesso per farlo entrare, con le sue metafore foto-pittoriche, nel mondo delle arti visive.








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