Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
LE MOSTRE A BRESCIA  
Home
Artisti
Musei
Gallerie
Altri spazi
Mostre
News
Links
Mailing list
Sponsors
Contatti



Autoritratti al femminile
Rosangela Betti, Assie Guerman, Nada Elzinga, Toto Frima, Serena Gallini, Alessandra Lanese, Annemarie Schudel, Brigitte Tast, Violeta Bubelyte

dal 17/6/06 fino al 31/8/06
presso Centro Arte Lupier


Dal testo in catalogo ''Urban architectures: lo spazio inatteso'' di Muro Corradini

'' ''Ci sono più cose in cielo e in terra'' afferma Amleto, ''di quante non ne sogni la tua filosofia'': partire dall’architettura per giungere alla vita, al quotidiano; trascrivere in immagini l’architettura come metafora dell’esistenza; sono queste le ipotesi, affascinanti e piene di magia, che abbiamo voluto indagare attraverso alcune esperienze di fotografia. Poche le precauzioni, dal momento che la verifica sulla ricerca in atto è, e deve essere, un’operazione senza rete; l’unica precauzione riguarda il soggetto complessivo di questa ''biennale'' che Ken Damy ha costruito, un’indagine sull’universo della fotografia al femminile che, mentre storicizza, apre all’attualità.
Alcune autrici, per diversificate esperienze e per individuali compromissioni, hanno sovente dialogato con l’architettura urbana, anche se, in molti casi, lo spazio architettonico non è luogo specifico e unico dell’individuale ricerca. Troppo significativo nella vita di tutti noi, entra, direttamente o trasversalmente, nei percorsi di fotografia di un’autrice come Manuela Metelli, per esempio, che ama l’uomo più che l’oggetto; Metelli è una fotografa che indaga l’animo, propone il volto e i volti alla verifica di una personale conoscenza del mondo. In questa occasione l’uomo tende ad occultarsi, inserito, a volte schiacciato, nel complesso architettonico che lui stesso o altri prima di lui hanno costruito. L’architettura è, al contrario, parte essenziale nella ricerca di Alessandra Dosselli, che si propone come ''fotografa d’architettura'' sia per ambito professionale, sia per scelta poetica. In Dosselli l’architettura si fa specchio e immagine, contro canto della vita. Tra le due polarità, nel dialogo tra immagine e manufatto, si collocano le altre fotografe di questa breve raccolta, da Mina Tomella, che scandisce l’immagine architettonica attraverso l’accentuazione dei pieni, dei vuoti, dell’opaco e dello scuro, per cui architettura è anche volto, luogo dell’animo prima che dell’abitare, a Mariachiara Mariotti che utilizza l’architettura per fermare il tempo, di cui vuole farsi interprete; cerca di fotografare l’infotografabile, inseguendo le vicende di una storia novecentesca che nella fragilità concettuale dell’idea di tempo ha costruito le proprie poetiche in-certezze, fino a Barbara degli Esposti, che utilizza lo spazio architettonico come elemento fondante una sua personale ricognizione del mondo, dove la fotografia diviene termine di partenza, e non certamente luogo di puro approdo. Nell’opera di degli Esposti si attua una sorta di cammino a ritroso nei confronti della consorella pittura, che partita da tecniche e procedure manuali è via, via approdata nel secolo scorso ad altro, alla fotografia stessa, ma anche al video, al corpo, al luogo (installazione), all’ambiente urbano, non più ripreso e utilizzato come sfondo degli eventi, ma soggetto.

Autoritratti al femminile
Una mostra nata molto tempo fa che dopo due precedenti realizzazioni vede la luce in forma nuova per questa Biennale. Sono molte le fotografe che usano il proprio corpo quale soggetto privilegiato per la loro ricerca; da Toto Frima che da sempre è ''l’unico'' soggetto, ad altre che a volte decidno di fare ''da sole''.
Negli autoritratti al femminile sono presenti travestimenti, primi piani, ombre, il tutto con sapore a volte ironico, a volte trasgressivo, a volte dolcissimo.
Una mostra che risulta intrigante, suggestiva e sicuramente originale.
Questa è una tematica che il Museo Ken Damy si impegna a ripetere anche in un prossimo futuro, consapevole di non poter essere stati esaustivi e completi e chiedendo scusa alle autrici che non ci è stato possibile contattare.








Sito internet a cura di Work On Web e-mail: info@workonweb.it - P.I. 02348210986