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Calma apparente
Steve Budington, Carla Mattii, Lidia Sanvito

dal 16/12/06 fino al 25/2/07
presso Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, Palazzo Panella


Mostra a cura di Paolo Campiglio

Inaugurazione sabato 16 dicembre, ore 18:00

L'attività della Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea apre la stagione espositiva 2006/2007 con una collettiva dedicata a tre giovani artisti: Steve Budington, Carla Mattii, Lidia Sanvito.
Calma apparente non significa precarietà, né tanto meno fragilità, ma al contrario un atteggiamento di “resistenza passiva” nei confronti della realtà: una dimensione tra il difensivo e la messa a punto di una strategia alternativa, per affrontare e interpretare i difficili rapporti che governano il mondo.
Calma apparente è insieme la condizione dell'artista nei confronti dell'arte, verso la quale ricerca da sempre una via indipendente, e il coinvolgimento in un approccio graduale e leggero alla fruizione, che non ostenta il reale ma ci permette di riflettere sul quotidiano con la distanza necessaria.

Steve Budington (Corning -NY- 1978), alla sua prima esposizione in Italia, è attratto, nelle sue opere pittoriche, da una dimensione organica che riflette inclinazioni differenti: da una curiosità introspettiva, risalente allo studio dei disegni leonardeschi, alla traduzione, apparentemente onirica, di corpi e anatomie trasfigurati in un’atmosfera di continua metabolizzazione. Il risultato è una sorta di immaginario esploso in cui si mescolano suggestioni robotiche e informatiche, riflessioni sull'antico e citazioni.

Il mondo di Carla Mattii (Fermo - 1971) è una continua traduzione della natura trascritta in una partitura apparentemente casuale, che apre al campo della possibilità e della combinazione. Le sue sculture, in cui domina il monocromo, interpretano il quotidiano con un approccio quasi ludico. Come in ogni gioco combinatorio, l'artista riesce a porci nella condizione di disfare e ricostruire i nessi a piacere, lasciando una grande libertà di interpretazione.

L’impegno di Lidia Sanvito (Napoli - 1970) implica la messa a punto di dispositivi differenti e vari, di forte suggestione in relazione al luogo. La sua riflessione sul linguaggio e sulla "parola", come radice della comunicazione, si concretizza in oggetti scultorei e trasformabili. L’alfabeto dispiega le proprie potenzialita' semantiche giocando sull' alterazione percettiva e sull'ambientazione. Anche la dimensione sociale, tema ricorrente, è il segno di un'attività febbrile legata alla scultura e all'installazione, in cui la ricerca sui materiali e sul loro potere di suggestione svolge un ruolo decisivo.

Catalogo a cura di Paolo Campiglio

Con il Patrocinio di:
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