Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
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Discontinuità narrative

dal 24/3/07 fino al 5/5/07
presso Citric Contemporary Art


Comunicato stampa

Realtà, problematiche, diversi punti di vista. Celate sotto la normalità le anomalie del quotidiano, la follia che si annidano nel quieto vivere. Inquietudine, insoddisfazione, incapacità di adattamento. L’alter ego si impone con forza, improvvisamente, nonostante tutto.
Manuele Cerutti, Clement Page e Sara Rossi, pur impiegando media differenti - pittura, disegno, video, fotografia, installazione – e seguendo percorsi assolutamente personali, mettono in scena tutti e tre storie possibili, legate alla vita di ogni giorno, molto intimiste. Spesso la dimensione onirica nel lavoro dei tre artisti prende il sopravvento, la struttura temporale si dilata, non ha più un ritmo regolare. Realtà ed immaginazione si fondono e la ricerca di se stessi come fine diviene una chimera. Il sogno e la visionarietà sono fattori rilevanti, forse rivelatori, premonitori di un futuro di cui incosciamente prevediamo lo sviluppo.
Manuele Cerutti utilizza pittura e disegno. Nelle sue tele si materializzano scene che hanno riferimenti di varia provenienza (cinema, letteratura, riviste, vita vissuta) e in cui c’è sempre una presenza umana, un individuo, un gruppo o animali. Sono spesso azioni al limite tra il tragico e il comico, dove non è immediata la comprensione di cosa sta accadendo: normalità e follia coesistono perchè inevitabilmente sono parte della vita moderna. Clement Page lavora principalmente con il video e la fotografia, con un interesse preponderante per alcune problematiche dell’uomo in rapporto con l’ambiente e con gli altri, ma soprattutto con se stesso. Disturbi del sonno, problemi legati alla vista, sopraffazione, sono alcuni dei concetti indagati nei suoi film, fortemente curati dal punto di vista tecnico e dell’immagine.
Fotografie, cartoline, oggetti e video amatoriali scovati in mercatini o appartenenti alla famiglia dell’artista sono strumenti necessari al lavoro di Sara Rossi. Servirsi di oggetti intrisi di passato mescolati a materiale nuovo è il sistema con cui Rossi riesce a dare vita a storie, in cui l’artista diviene il regista capace di tessere i frammenti conferendogli nuova vita e un’inedita unità.
In occasione della mostra viene presentato il catalogo Discontinuità narrative con contributi di Valentina Costa, Erica Fenaroli, Andrea Gilberti, Cristiano Godano, Francesca Magnifico.








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