Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
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Francky Criquet pittore visionario e selvaggio

dal 12/3/11 fino al 16/4/11
presso Studio LB Contemporary Art


Inaugurazione sabato 12 marzo alle ore 18.00

Francky Criquet pittore visionario e selvaggio

Di lui ci hanno emozionato: le sue immagini fantastiche, ci hanno colpito la potenza dei contrasti cromatici e la modalità di comunicazione che va ben oltre la consueta analisi razionale.
Nelle sue opere riesce ad utilizzare un linguaggio analogico emozionale che bypassa ogni criterio logico e va direttamente al cuore, esaltando sentimenti contrapposti. Così come sceglie volutamente di accostare angeli e demoni, elementi celestiali e bestiali, sguardi malinconici e gesti imperiosi!
E tutto questo con tratti e pennelate di getto, dove il pennello, come un prolungamento del suo essere, riporta sulle tele una galleria di mondi figurali bestiali.
E’ come se ci volesse accompagnare in un viaggio interiore retrospettivo ed oltre, con le sue figure, dai segni forti , decisi e riferimenti esplicitamente provocatori.
Il linguaggio emozionale utilizzato da F.C. richiama e sollecita la capacità, in ognuno di noi, di far riemergere immagini inconsce sopite o rimosse.
L’osservatore attento, quindi di fronte all’opera di F.C. ha l’opportunità di riflettere sulla realtà, ma anche di attivare processi interiori affettivi, che sono alla base di comportamenti umani condivisi, andando oltre il limite delle singole culture.
Grazie ad una galleria di figure, l’artista, ci guida e facilita il nostro ingresso nella sfera del non razionale: il linguaggio “visionario”, il mondo magico delle sue raffigurazioni, è costellato da una moltitudine di figure variegate: persone, esseri che sono, ma potrebbero non essere, sono ed esistono come “summa” di più entità.
Piani sovrapposti che celano altre figure seminascoste che sbirciano ed acquisiscono significato in relazione biunivoca; infatti lo stimolo alla percezione globale delle immagini, viene dato dalla somma delle parti in modo che l’unità prospettica, risulti un prodotto e quindi molto di più dell’ insieme delle singole unità, in cui il valore aggiunto è proprio lo stile pittorico di Francky!
L’alternanza e la contrapposizione di elementi simbolici, creano scomposizioni significative di piani che acquisiscono la loro ragion d’essere proprio perchè sempre nuove e diverse.
Così chi guarda, ogni volta si stupisce nel ritrovare o scoprire un mondo sempre nuovo e nel’individuare particolari simbolismi e gesti prima non visti, non letti, che emergono all’improvviso dallo sfondo multicolore!
Luca Borelli


Il vortice perenne di Francky Criquet

è da un vortice perenne che sembrano travolti i protagonisti delle opere di Francky Criquet.
Sospesi nel vuoto, rimangono immortalati in istantanee nel loro continuo e leggero volteggiare.
Il suo Universo si manifesta come un Eden primordiale in continuo movimento, da cui provengono e a cui tendono gli uomini e tutti gli esseri.
Meta di questo peregrinare sembra essere la riconquista di una semplicità connaturata all’uomo, ma da questi sempre troppo spesso dimenticata.
Il richiamo alla mitologia è forte e si fonde con l’Oriente, con il tribale, con l’antico Egitto.
Criquet ha in sé una summa di ciò che di più rappresentativo proviene dalle grandi civiltà… e il risultato è entusiasmante.
In questo connubio fra Nord e Sud del mondo, attinge dall’uno la ricchezza e la complessità dei temi, dall’altro la semplicità e l’immediatezza espressiva.
La sua arte va ben al di là del semplice godimento estetico, essa racchiude raffinati e profondi elementi concettuali che si manifestano attraverso la ricca simbologia insita nelle sue opere.
Il contrasto ne è il fulcro. Contrastanti sono i colori che caratterizzano le sue tele, come contrastanti sono le emozioni che esse generano in chi ci si imbatte.
L’inquietudine e l’angoscia per la drammaticità delle figure che affollano i suoi quadri, si alternano alla meraviglia e allo stupore per l’espressività e la vivacità dei volti che, realizzati con veloci, ma sapienti pennellate, sembrano parlare, se non urlare allo spettatore.
Sfogliare questo catalogo è come immergersi totalmente nella storia dell’umanità.
Pur rimanendo in pace con la tradizione classica, nelle sue opere affiorano riferimenti alle civiltà antiche e Mesopotamiche, passando per le avanguardistiche visioni di Bosch, approdando fino alla geniale disperazione di Basquiat.
Travolgente e violento, emozionante e raffinato, Criquet prospetta nella tela frammenti di vita vissuta che, a prescindere dal gusto personale, non possono lasciare indifferenti.
Matteo Pacini

Biografia
Nato il 19 settembre 1968, a La Fleche, dipartimento de La Sarthe , proviene da umili origini: Il nonno e il padre commerciavano in rottami metallici ed oggetti usati.
Fin da piccolo mostrò interesse per il disegno e la pittura: infatti a 8 anni ebbe il primo riconoscimento del suo talento vincendo il primo premio in un concorso per giovani pittori organizzato dal municipio di Le Mans.
Negli anni seguenti, parecchi suoi dipinti vennero esposti presso la Town Hall della sua città natale ed eseguì diversi interventi “murali” nelle scuole da lui frequentate.
Il periodo scolastico fù caratterizzato da una grande curiosità e voglia di apprendere che contribuirono a formare la sua attuale profonda cultura.
Raggiunta la maggiore età lasciò la sua città natale si spostò a Nantes dove lavorò come restauratore di dipinti per importanti antiquari e musei di carattere nazionale.
In questo periodo si dedicò molto anche alla propria crescita artistica, (pittura e scultura in particolare) e nel tempo libero sperimentò altre forme artistiche: poesia, teatro e scrisse racconti.
All’inizio del 1995 lasciò la Francia per l’Andalusia dove conobbe diversi famosi artisti; in particolare collaborò per un anno con Julio Fernandez Ceballos realizzando dipinti ad olio, acrilico ed incisioni.
Successivamente si spostò in Inghilterra dove si dedicò al figurativo, con modelli dal vivo: fu un periodo particolarmente prolifico, dipinse 300 opere, molte delle quali furono vendute negli Stati Uniti.
Alla fine del 1996 tornò in Francia dove si dedicò ad un progetto completamente diverso: il restauro, durato 3 anni, di un sito “troglodita”, nel distretto del Maine e della Loira, composto da caverne, dove stabilì il suo futuro studio.(600 mq di superficie sovrastati da una cupola di vetro alta 10 mt).
Quindi ricominciò a dedicarsi completamente alla sua arte e fu immediatamente contattato per esporre in mostre sia in Francia che all’estero.
Nel 2003 espose in Brasile (mostra permanente presso l’ambasciata di Francia a San Paolo), in Olanda ed in Italia.
Il 2004 segna il suo arrivo ufficiale nel mercato americano, in particolare New York e Miami, dove è presente anche in esposizioni permanenti.
Nel 2005 espone a Shanghai dove firma un contratto di esclusiva per l’Asia con una importante galleria/museo cinese che ha sedi a Pechino, Shanghai e Hangzhou: da allora si reca regolarmente in Cina dove dipinge in atelier locali e molti suoi lavori sono presenti in collezioni permanenti.
Oggi quindi le sue opere sono diffuse e riconosciute dagli Stati Uniti all’Asia; con una particolare attenzione alla Francia dove mecenate e collezionisti di altissimo livello hanno, negli ultimi anni, assorbito tutta la sua produzione artistica.








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