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Introspezione
Mostra personale di Paola Pansini

dal 8/6/06 fino al 14/9/06
presso Galleria PaciArte


La mostra farà parte del circuito della Biennale Internazionale di fotografia Museo Ken Damy 06 dove Paola Pansini è stata selezionata. La personale in Galleria e la partecipazione di Pansini alla Biennale, sarà il completamento di un anno e mezzo di lavoro della Galleria sul percorso artistico dell’artista, presentato inizialmente a Scope London 2005 e proseguito poi a Scope New York 2006.

Catalogo in Galleria: “Paola Pansini” a cura di Martina Cavallarin, ed. PaciArte.

La fotografia di Paola Pansini è una scrittura ricca di tecnica e di traduzioni di frammenti di realtà. Il meta-codice del mezzo tecnologico, la macchina fotografica, si snoda nel suo lavoro attraverso un accesso a più significati e su più crescenti livelli: focalizzazione dell’immagine, costruzione di un set scenografico attorno ad essa, elaborazione digitale, accesso ai risvolti psicologici, formalizzazione dell’opera.
Pansini è un’artista che indaga l’animo umano ponendo l’occhio dell’obiettivo in una posizione strabica che permette di svelare la realtà interiore attraverso la visione dei linguaggi del corpo.
Il filone di Pansini è la Konstruierte Foto (tedesca), Staged Photography (inglese), Photographie Fabriquée o Mise en Scène (francese). In Italia non esiste un vero e proprio movimento per questa fotografia costruita, ''defaillance'' che pone il lavoro di Pansini in una posizione ''avanzata'' rispetto al panorama artistico italiano.
La giovane artista bresciana parte dalle angosce dilatate dell’incomunicabilità che portano a riflessioni su depressione, anoressia e bulimia. Una fotografa al femminile per un processo costituito da eventi in connessione reciproca. Processi aperti fuori da ogni sostanzialismo e da ogni contemplazione. Un’apertura di tipo osmotico con il mondo per cercare di capire noi stessi. Pansini non si limita all’arte fotografica di rappresentare il visibile ma è coinvolta in una visione e percezione più dialettica, una più profonda reciprocità che fonde reale sensibile e percezione interiore.
Un gesto, intreccio di dita o urlo muto, divengono modo di trasmettere un disagio. Un frigorifero vuoto, contenente una confezione di cibo che attraverso un’elaborazione digitale accoglie un occhio che scruta, è ingigantimento in chiave antropomorfa dell’oggetto del desiderio trasformato in ossessione. Video e fotografie di Pansini partono sempre da una ricerca di ordine esistenziale per approdare alla visione raccapricciante di una confezione di uova come insieme di bulbi oculari che si dischiudono e scrutano, metafora riflessa del nostro sguardo.
La resa formale finale rientra anch’essa nella dinamica del lavoro di Pansini che stampa su pvc o su tavole di plexiglass sovrapposte mescolando così l’ottica fotografica con una sorta di meccanismo cinematografico in apparente movimento.
Indagine, domanda, angoscia, riflessione, introspezione e montaggio sono tematiche costruite in divenire per un linguaggio contemporaneo di assoluta originalità.

Martina Cavallarin.

Paola Pansini:

Nata a Brescia, Italia, il 19 Dicembre 1979.
-2004: Laureata in scultura alla Libera Accademia di Belle Arti di Brescia (L.A.B.A.), Italia;
-2004/2005: Master in Visual Comunication presso Institute of Art and Design University Central England, Birmingham UK;
2005: -Giugno: mostra collettiva “Incontro/Scontro” Galleria PaciArte, Brescia;
-Ottobre: Art)Verona; Scope London (scelta come “La preferita” dalla commissione di giornalisti internazionali presenti all’evento);
-Novembre: ArtePadova;
2006: -Marzo: Scope New York;
-Giugno/Settembre: selezionata per la sezione giovani alla Biennale di fotografia 06 Museo Ken Damy (Italia);
-Giugno: “Ossessione” mostra personale Galleria PaciArte di Brescia, in collaborazione con la Biennale di fotografia Museo Ken Damy (Italia).

Nell’arco dei 4 anni alla L.A.B.A. Paola Pansini si è appassionata alla fotografia e all’utilizzo della camera oscura. Dopo diversi esperimenti,ha lavorato per lo stilista italiano Michele Bertelli e le sue fotografie sono state pubblicate in differenti riviste di moda come ''Moda Pelle'', ''Idea Pelle'', e ''Vogue Pelle''. In seguito Paola ha esplorato la fotografia nel tema del nudo utilizzando forti contrasti di colore, influenzata dal metodo di studio della creazione dell’immagine.
Nell’ultimo anno accademico la Pansini studia all’università di Bornville, Birmingham, UK, da Febbraio 2004 a Luglio 2005.
Finito il Master in Visual Comunication ora Paola è concentrata all’utilizzo della fotografia e del video attraverso il tema della ''Depressione'' come problema diffuso nella nostra società , malattia che può sfociare in disturbi alimentari (anoressia e bulimia) spesso dovuti dall’incomunicabilità del proprio ''io'' con l’esterno e da forti conflitti interiori.

I suoi lavori:

-''Birmingham Project'': Ricerca dello stile inglese, puzzle di culture differenti coesistenti nel cosmopolitismo del Regno Unito. Studio della Location, modello/a, Style ecc;
-''Body03'';
-''Fotography Diary'': Lavoro che la Pansini ha realizzato a Birmingham, durante il periodo del progetto Erasmus. Ispirata al lavoro dell’artista Nan Goldin, è il suo Diario Fotrografico dove ha riportato 4 mesi di esperienza;
-''Metropolitan landscapes'' paesaggi metropolitani, scatti eseguiti a Londra ed a New York, elaborati su studi prospettici e sulla composizione dell’immagine.
- ''Shoes'' ( Nato dal lavoro per Michele Bertelli);
-''Obsession''- Linguaggio del corpo: Studio sulla comunicatività del linguaggio del corpo. Foto e video esplicativi di ciò che accade a chi soffre di depressione, bulimia ed anoressia, quando si trovano di fronte ad uno specchio (sdoppiamento di identità ''reale-razionale'' contro l’immagine riflessa psicomodificata, il soggetto si automortifica creando il negativo di sé stesso. In questo processo è il male, in qualità di figura più forte, che prende il sopravvento);
-Ossessione del cibo: Scatti e video sull’argomento Bulimia/Anoressia, lavoro legato al ''Frigorifero'', come simbolo e oggetto dell’ossessione del cibo. Il cibo nemico vede e giudica, diventa animato soggetto e spettatore della drammaticità dei disturbi alimentari;
-Ossessione del corpo: Scatti sequenziali proiettati in uno specchio (Specchio come simbolo dell’ossessione del corpo, riflesso disperato ed esistente solo nella mente del malato, che vede sé stesso in modo irreale e insopportabile, sintomo di disturbo legato all’Anoressia e alla Bulimia);










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