Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
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Luca Bertasso - Metrosexual
a cura di Marco Meneguzzo

dal 20/1/07 fino al 7/3/07
presso Galleria delle Battaglie


Comunicato stampa

Ogni tribù possiede precisi segni di riconoscimento: l’appartenenza è segnalata da elementi chiari, visibili, quasi sempre ostentati. E non si tratta di questioni antropologiche o storiche, per ritrovare questo atteggiamento…basta passeggiare con una borsa di Prada per dichiarare la propria appartenenza alla tribù del gusto – di quel gusto – e del censo – di coloro che si possono permettere questo tipo di accessori –…anzi, il mondo occidentale, dopo una tendenza all’uniformità di un benessere standard, nell’ultimo quarto di secolo si è polverizzato in mille tribù.

Luca Bertasso è attratto da questa “galleria” di personaggi che indossano tutti la maschera di una tribù contemporanea: il rockettaro, il pusher, il metrosexual…non è solo, in questa passione, anzi, si potrebbe dire che è l’ultimo di un gruppo glorioso di intellettuali – letterati e artisti, soprattutto – che da secoli indagano sui “tipi psicologici”, e che su questa indagine costruiscono una propria visione del mondo. Di fatto, l’attributo che identifica l’appartenenza – che va dalla pelle di leone che ci dice che si tratta di Ercole, all’orecchino portato in abbinamento a un colore, che individua l’affiliato a una gang metropolitana…–, va di pari passo con la fisiognomica (l’arte di vedere il carattere di una persona dal suo aspetto fisico), e serve in ultima istanza a definire un “tipo”, che oggi definiamo psicologico, ma che potrebbe anche essere definito “morale”.

Non è un caso che tutti coloro che si sono cimentati in questa indagine – da Artemidoro a William Hogart, a Luca, appunto… - siano in fondo dei moralisti assoluti, che usano l’ironia per stigmatizzare un mondo che sostanzialmente non gli piace. Si può sorridere e riconoscere qualcuno nella serie di “tipi” che Luca Bertasso dipinge ormai da quasi un decennio, ma si sorride amaro quando si vede che nel quadro tutto ha una data di scadenza – una expiring date –, e che esiste una uniformità di espressioni, di atteggiamenti che assomiglia a quella di una maschera, una maschera tragica nella sua stolida, ottusa monotonia, da cui solo a tratti emerge un aspetto più profondo, una sorta di ricordo di quando esisteva la coscienza…

La mostra, arricchita da un catalogo con presentazione di Marco Meneguzzo e intervista di Chiara Canali è imperniata su una trentina di tempere su carta ed alcuni olii.

Luca Bertasso (Milano 1968) vive e lavora a Milano.








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