Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
LE MOSTRE A BRESCIA  
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Da Raffaello a Ceruti
Capolavori della pittura dalla Pinacoteca Tosio Martinengo

dal 23/10/04 fino al 4/9/05
presso Pinacoteca Tosio Martinengo


Una mostra straordinaria, a cura di Elena Lucchesi Ragni e Renata Stradiotti, che riunisce circa cinquanta opere, datate tra il XV e il XVIII secolo, in una rigorosa selezione che ha come culmine due opere di incomparabile bellezza di Raffaello, il Cristo Redentore benedicente e una magnifica figura di Angelo. Questa collezione davvero unica rispecchia il clima artistico bresciano a partire dal primo Quattrocento, quando ancora sono evidenti i richiami al mondo veneto-bizantino così come le influenze giottesche e del filone “cortese” di chiara matrice lombarda. L’introduzione delle innovazioni umanistico-archeologiche e prospettiche si compie con Vincenzo Foppa che pur mantiene un’attenzione irrinunciabile alla verità del dato naturale. Alla fine del XV secolo, le influenze della pittura d’oltralpe e della presenza in Lombardia di Bramante e Leonardo giunsero a Brescia che, durante il dominio della Serenissima, divenne particolarmente sensibile anche all’ambiente culturale veneziano. Lo dimostrano le influenze sui tre maestri del rinascimento bresciano: Savoldo, Romanino, Moretto. Del primo, tra gli altri, sarà esposto il Ritratto di gentiluomo con flauto, una delle più alte realizzazioni nel campo della ritrattistica rinascimentale, mentre nella Natività Romanino ci consegna uno dei saggi più felici di luminismo precaravaggesco. La serie dei “ritratti” di autori bresciani ben rappresenta l’esigenza realistica condivisa anche dal bergamasco Moroni, autore del superbo Ritratto di dottore (Il magistrato). Fra le opere di scuola veneta si distingue la tela di Lorenzo Lotto con l’Adorazione dei pastori, mentre la scuola rinascimentale dell’Italia centrale è rappresentata soprattutto dai due capolavori già ricordati di Raffaello. Infine, per il XVII e XVIII secolo, spiccano le due grandi figure di ambito bresciano di Cifrondi e Ceruti, detto il Pitocchetto, definiti a ragione “pittori della realtà”. Una tale ricchezza e diversità di stili e scuole non potrà che appagare chi intenda meglio conoscere l’arte italiana, a partire da una collezione che è sicuramente uno dei tesori più grandi che l’Italia, e Brescia in particolare, possono vantare.








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