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Rene' Paresce

dal 20/10/06 fino al 7/12/06
presso Galleria d'Arte Schreiber


Comunicato stampa

Si inaugura nella nuova sede della galleria d’arte Schreiber una interessante mostra dell’artista René Paresce (1886-1937) singolare figura d’artista, che è stato protagonista della cultura pittorica italiana e francese tra gli anni Venti e Trenta e che vive oggi un momento di riscoperta.
Meglio noto come esponente degli Italiens de Paris, il gruppo di artisti italiani residenti a Parigi formato da Mario Tozzi, Giorgio, de Chirico, Alberto Savinio, Filippo De Pisis, Gino Severini e Massimo Campigli, Paresce ha avuto un ruolo non trascurabile nell’arte italiana e francese nei primi decenni del secolo, tanto che ancora oggi gode della considerazione della critica e di un collezionismo raffinato, legato ai maestri storici del Novecento.
La mostra, accompagnata da un testo in catalogo di Rachele Ferrario, curatrice dell’Archivio Paresce e autrice di Lo scrittore che dipinse l’atomo. Vita di René Paresce da Palermo a Parigi (Sellerio, Palermo 2005) propone oli, acquerelli e disegni dagli esordi fiorentini al soggiorno parigino e dalla sua permanenza a Londra al rientro a Parigi al fianco del gruppo degli Italiani di Parigi.
Di particolare rilievo alcune opere su carta degli anni Trenta, poco conosciute e provenienti da una raccolta privata inglese, un suggestivo Paesaggio marino del 1932, Il Castello del 1930 e due nature morte eseguite ad olio su tela tra il 1910 1 eil 1914, che rientrano a far parte del catalogo dell’autore.

Brevi cenni biografici

Trascorsa l’infanzia a Firenze dedicandosi alla pittura da autodidatta, Paresce studia materie scientifiche e si laurea in Fisica all’Università di Parlermo. Nel 1912, rifiutata la possibilità della carriera universitaria, si trasferisce a Parigi dove lavora al Bureau International des Poids et Mesures. Frequenta gli artisti di Montparnasse e i caffè letterari, La Cloiserie de Lilas e La Rotonde e, nonostante il carattere schivo, s’inserisce nell’ambiente degli artisti residenti a Parigi quali Picasso e Modigliani. Fa parte dell’Ecole de Paris insieme a Kisling e Soutine e partecipa ai Salons parigini, agli Indépendents e alle Tuileries. Allo scoppio della guerra con la moglie, la pianista russa Ella Klatchko, lascia Parigi e si reca a Londra. Qui lavora come assistente a National Laboratory di Teddington. Viaggia per l’Europa, si reca più volte in svizzera, a Zurigo, dove prende parte ad alcune importanti esposizioni al Kunsthaus e alla Galerie Tanner. La parallela attività di giornalista – è corrispondente da Londra per il quotidiano ''La Stampa'' – e di pittore lo portano spesso anche in Germania, a Berlino, dove espone in spazi pubblici e privati. Nel 1926 partecipa alla I Mostra del Novecento Italiano alla Permanente di Milano e nel 1927 alla mostra sindacale allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Nel 1929 è invitato alla II Mostra del Novecento Italiano. Nel 1928 entra a far parte del gruppo degli Italiens de Paris e fino al 1936 partecipa a tutte le mostre del gruppo. Nel 1928 Antonio Maraini lo incarica di ordinare la sala dell’Ecole de Paris alla XVI Biennale di Venezia. L’unica sua personale in Italia quand’era ancora in vita è del 1933 a Milano, alla Galleria del Milione. L’anno successivo, nonostante il discreto successo ottenuto dai suoi dipinti intraprende un viaggio nelle isole Figi, dalle quali torna dopo sei mesi, passando per l’America. Sull’argomento scrive un libro intitolato L’altra America, pubblicato nel 1935 per le edizioni di Quadrante. Abbandona progressivamente la pittura prima di morire il 15 ottobre del 1937 a Parigi nella Maison Santé.








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