Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
LE MOSTRE A BRESCIA  
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Restaurazione
Marco Paladini

dal 27/9/08 fino al 2/11/08
presso Galleria Maurer Zilioli


Inaugurazione: sabato, 27 settembre ore 18.00

Dicono delle opere di Marco Paladini (nato nel 1955 in Liguria) che siano fortemente penetrate e assorbite dalla pittura stessa. Il discorso del dipingere e i suoi fattori elementari costruiscono il tema centrale dell’artista oggi. Indubbiamente le composizioni si nutrono in prima linea dell’accordo tra i colori, un rapporto tra volumi e tonalità che caratterizzano le carte in modo leggero e trasparente, messe in scena dal movimento gestuale e dinamico, mentre questo processo nella pittura ottiene sulle tele una consistenza compatta e qualità tattili. Emergono forme, vaghi ricordi, visioni notturne, riferimenti a una realtà trascorsa e abbandonata, che si manifesta ugualmente con forza e presenza.

“Un parlare di pittura attraverso la pittura.” (Mauro Corradini)

Dal passato del pittore, dalle sue diverse fasi si cristallizzano delle caratteristiche fondamentali per la sua ricerca artistica: il colore – pieno di una luce sottile, quasi una conseguenza naturale della sua origine ligure, e l’astrazione come riflessioni su nature, nature interne ed esterne, paesaggi eterni, stati d’animo e così via. In questo senso è stato paragonato il percorso di Paladini con le opere di quei giovani che dagli anni 50 ai 60 hanno compiuto la trasformazione dal figurativo all’astratto. Effettivamente Paladini appartiene a quei protagonisti dell’arte contemporanea, che hanno vissuto intensamente la storia figurativa, per arrivare a una sintesi di essa, una metafora pittorica del corpo, del fisico, del reale, che hanno avuto la capacità di trasportare il pensiero sulle tele.

L’artista persegue un dialogo intimo con il suo materiale, quale viene arricchito e foderato tramite stratificazioni di altri piani e altri materiali come carta e sostanze diverse che alla fine rendono voluminosa la pittura, corposa l’opera nella sua esistenza materica. Il quadro cresce nello spazio e si trasforma in una vera composizione. Dominano il bianco sporco, il rosso antico, il blu sacrale, l’ocra toscana, per essere illuminati con ori e argenti, intrecciandosi nella complessità della sua visione. Un’interpretazione contemporanea dell’italianità, di un simbolismo pittorico trascendente e senza tempo.

“Il disegno è una corsa, la pittura una durata.” (Viana Conti)

Non è un caso che certe tipologie tornino sempre di nuovo nel lavoro di Paladini per farsi ascoltare. Ad esempio il dittico, la croce – simboli che riagganciano la pittura alle sue radici, alla sua eredità classica. Paladini è così visto un classico moderno. Torna anche il tema del “Graal” – come se raccogliesse sapienza e vita per una rinascita spirituale.
Tutti questi aspetti verranno presentati e illustrati nella mostra “Restaurazione”, un titolo che potrebbe essere capito come confessione, una confessione per l’essenza della pittura, un ragionare in pittura, un pensare di pittura con grande passione.

Orario di apertura:
mart.-sab. 10-12.30; 15.30-19.30
per appuntamenti: 331 331 16 81








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