Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
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Artistica Energia
Mostra di Sandro Martini

dal 3/12/05 fino al 29/1/06
presso Galleria PaciArte


Inaugurazione Sabato 3 Dicembre 2005, alle ore 18.00
Orari: Dal martedì al sabato 10-13 16-20, domenica 15.30-19.30

La Galleria PaciArte dedica una mostra all’artista Sandro Martini dal titolo “Artistica Energia”. La mostra è dettata dal desiderio di evidenziare quelle caratteristiche dell’arte di Martini che appartengono ancora all’ambito tradizionale della pittura. Nell’osservare l’opera di Martini emerge subito la sensazione di percepire come essa agisca, costantemente, secondo due linee di percezione, complementari e inconciliabili, come lo potrebbero essere l’esistenziale bisogno di un’appartenenza e l’insopprimibile anelito alla fuga: tale manifestazione estetica è nella prima quella che trattiene l’opera all’interno della pittura, del quadro, nella seconda quella che lo lascia debordare nel fuori dell’”oggetto” dell’istallazione.
Fondamentale nell’interpretazione dell’opera del maestro l’utilizzo di vari materiali e tecniche: dai colori, mai forti e reagenti alle temperature, alle tele, tessute con tecniche semindustriali. Tutti i materiali usati da Martini conservano il procedimento che li ha formati.
Martini approfondisce i segreti alchemici dell’incisione e proprio dalla grafica apprende l’amore per i materiali e che ogni risultato prevede un certo tempo. “La tela è da me tinta per immersione e non dipinta, tramite una serie di bagni a caldo di colore…”afferma l’artista. Sandro Martini produce cicli annuali di circa venti “tinti”. Ogni opera ha un suo progetto su carta ed in questo sono affascinanti e straordinarie le sue piccole carte, acquarelli. Esse sono “ il ponte che lega un’esperienza che si compie esteticamente e l’avvio di un’ulteriore esperienza….” spiega sempre l’artista.
Questo, in tutti i suoi “tinti”, sino alla metà anni ’90, cioè prima delle cuciture”, dove sono presenti zone di assemblamento di segni, sempre più periferiche: qui la fuoriuscita dal telaio mediante l’inserimento di lacci colorati. Il quadro di Martini, da lui sempre chiamato “Quantità”, è una quantità che è nel quadro ma anche oltre la tela, verso il mondo esterno.
In questo progredire, Martini alla metà degli anni ’90 sperimenta i “Discollage”. Essi sono composizioni di frammenti cartacei colorati su carta foderata. Accade qualcosa di nuovo. Si spezzano i segni e le linee sottili.
Le “tele cucite” diventano così il luogo dove il nascere di un’immagine, accompagnata dal progetto, poi la lacera, viene fatta a brandelli. Ma non li butta, li ripone e ricomincia. In questa azione tutto diviene un incontro scontro. Tinti, Discollages, Quantità ecc..Comunque sia, aldilà dei cicli e delle tecniche, l’opera di Martini è il disegno di un grande progetto ideale, dove il colore artigianale a caldo spazia sulla superficie incrociando una raffica di segni ognuno dei quali appartengono ad un punto di fuga esterno. Infatti l’artista ama e studia l’architettura contemporanea, riproponendola idealmente nel suo progetto. Quest’ultimo viene così scomposto nelle relative “Quantità” annuali, facendo divenire ogni singola tela un campo di energia dove lo sguardo e la sensazione tendono inequivocabilmente ad andare oltre il limite della tela. Come se guardando ogni sua opera ci domandassimo: “Dove stanno andando quelle forze? Verso il soffitto? Sul pavimento? Sul muro?...” il tutto ci porta al di fuori. Concettualmente, idealmente, la pittura di Martini straripa dal suo spazio scontrandosi con il segno. Insieme: oltre il tutto.










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