Pittori bresciani protagonisti della pittura del '900 Pittura moderna e contemporanea.
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Una vita in punta di matita
Giuliano Prati (1931-2003)

dal 1/2/09 fino al 8/3/09
presso Palazzo Martinengo


Inaugurazione sabato 31 gennaio alle ore 16.30

L'evento e' promosso dalla Provincia di Brescia - Assessorato alle Attivita' e Beni Culturali e dalla Fondazione Civilta' Bresciana in collaborazione con l'Editrice La Scuola di Brescia.

L'organizzazione e la segreteria sono a cura di Brescia Mostre Grandi Eventi.

curatore: Fondazione Civiltà Bresciana

Dietro il colore
In margine alla mostra di Giuliano Prati

di Ruggero Boschi

Quando Giuliano Prati approda all’Editrice La Scuola come disegnatore, in grado di illustrare racconti per bambini, libri e copertine per adulti, progettare impianti grafici, è il 1961 e le grandi trasformazioni della città di Brescia erano già compiute ed ormai lontane. Ma nella sua mente e nella sua formazione non poteva spegnersi il ricordo del padre, l’architetto Oscar, che in esse aveva avuto tanta parte: non solo nelle numerose opere che aveva ideato autonomamente, ma anche negli interventi che, affidati ad altri, politici, amministratori, progettisti, lo avevano visto come lucido ed accattivante estensore di disegni come quelli per la “nuova” piazza della Vittoria, sul finire del terzo decennio del Novecento.
Senza nulla togliere alla correttezza della rappresentazione, non si trattava di semplici disegni architettonici, ma di disegni che delineavano le atmosfere del futuro ambiente cittadino e che immettevano l’osservatore già all’interno di una dimensione immaginariamente reale ed attesa. Sia che si parli del taglio fotografico del particolare del pulpito, sia degli schizzi per il progetto della galleria sotto il Castello, sono disegni che superano la necessità di dare semplicemente una visione comprensibile di un progetto urbanistico per aprire invece ad una dimensione di fantastica partecipazione ad un mondo non ancora reale, non ancora realizzato. Disegni che, benché eseguiti con l’utilizzazione di pochi strumenti, una matita, una penna, la totale assenza del colore, raggiungono effetti suggestivi per i tagli, le prospettive, le ombre e le lumeggiature.
Nella formazione professionale ed artistica del figlio Giuliano tutto ciò non può non aver avuto una più che decisa influenza. Certamente impegnato in più settori, Giuliano Prati ha dovuto supportare minori limiti e la sua fantasia ha potuto lavorare in direzioni molteplici, adottando per ogni settore del suo operare linguaggi artistici appropriati e diversificati. Il bianco e nero per le illustrazioni dei libri, il colore esibito sulle copertine, colori più brillanti per i cartelloni pubblicitari e per i calendari a soggetto fiabesco o letterario, colori più smorzati e delicati per i calendari a soggetto naturalistico. Illustrazioni che riproducono, o meglio suggeriscono, situazioni, incontri, atmosfere, ma nelle quali l’ambientazione, gli elementi fisici, naturali o costruiti hanno sempre una importanza determinante nonostante la presenza di figure fortemente caratterizzate. Dopo essersi costantemente dedicato al disegno, anche per solo diletto, nel 1977 Giuliano Prati si manifesta all’esterno come pittore e da quel momento la sua attività pittorica si affianca ufficialmente al suo impegno di grafico, pubblicitario, illustratore. Ed i suoi quadri, spogli, poco colorati, essenziali, sembrano a prima vista rivelare una dimensione ed una tensione completamente diverse. Assenti le esigenze di rappresentare avvenimenti con un preciso riscontro pubblico, Giuliano Prati si abbandona qui in una ricerca assorta, quasi metafisica, dove l’assenza di figure umane concentra tutta l’attenzione sull’atmosfera silenziosa delle sue vedute; non paesaggi, non dettagli di città, ma semplicemente vedute di spazi, apparentemente consueti, apparentemente normali, trasfigurati e privati della materia e della funzione, trasferiti in una dimensione equivocamente affascinante combattuta tra i due estremi: quello della familiarità e quello dell’estraneità. Sono in prevalenza vedute di spazi architettonici come quelli nei quali si era mosso il padre, dimensionalmente più ridotti: case, tetti, cortili, ringhiere, stanze, tutti disabitati, dove solo una seggiola o la presenza di qualche frutto in un recipiente consentono di percepirli come solo momentaneamente deserti, ma in realtà in attesa che qualcuno dei tanti personaggi, uomini, donne, bambini, maschere, animali che affollano gli altri suoi generi artistici tornino ad occupare la scena e riportino la vita.
Le vedute di Brescia, di Modena, di Firenze, di Chioggia, di Venezia, di Lucca sono allora ambienti intimi, familiari, non facilmente riconoscibili se non per una quotidiana frequentazione, che restano in attesa che la vita torni a fluire così come la vita avrebbe popolato i disegni del padre per le piazze e le vie bresciane al momento della loro realizzazione. Di Giuliano Prati pittore sono state scritte molte cose: ascetico, sognatore, intimo e realista, liricamente quieto, rivelatore di vite nascoste e segrete, interprete di invisibili presenze, interprete di antiche topografie ed indagatore di geografie antiche, delicato visionario. Definizioni che mostrano quanto la sua pittura abbia saputo coinvolgere ed emozionare e quanto l’aspetto apparentemente austero e monacale dei suoi dipinti possa aiutare a comprendere meglio l’intera sua produzione suggerendo di rivedere anche le sue rappresentazioni grafiche più gioiose e colorate, i loro spunti ironici e satirici, indagatori e curiosi, attraverso un velo di sottile, sapiente, evocativa malinconia.

Orari:
Dal martedi' alla domenica dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
(chiuso il lunedi')

PALAZZO MARTINENGO - Via Musei 30 - 25121 Brescia - Tel. 030.28.07.934
P. Iva 03345520179 - www.palazzomartinengo.it - info@palazzomartinengo.it








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